Rosa Rampulla
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dedicato a Stefano
Alla cerimonia di premiazione del Premio di Poesia “Liriche e Storie da Capri” ho incontrato il signor Gino Federico. Con un gesto semplice e pieno di cuore, mi ha spedito, in dono, il libro di suo figlio Stefano, un giovane speciale, che la vita (nel 2011) ha portato via troppo presto. Questo post è per lui, e per chi lo ama.
Poesia di Stefano Federico
“È meraviglioso scivolare via.
Oggi ho trovato ciò che cercavo
e mi sono sentito come volevo.
Come se volavo.
La strada sotto le mie ruote
non aveva più consistenza
ad un certo punto
neanche più il mio corpo
aveva consistenza.
Ogni volta che pattino
in completa libertà
mi sento come se solo
lo sguardo esistesse;
mi sento a volte
come se potessi filare
fra le fibre dei vestiti
indosso ai passanti.
È qualcosa
di assolutamente maestoso
muoversi sotto il cielo...
anzi spostarsi sulla terra.
Sulla terra e dentro il cielo,
col respiro che scappa lontano
ed il corpo che corre a perdifiato.”
Recensione
Questa poesia profondamente sensoriale mi trasmette emozioni autentiche. È un inno alla libertà e alla fusione tra corpo e movimento. Il pattinaggio diventa metafora di leggerezza, di distacco dalla materia, di immersione totale nel momento. Le immagini sono potenti:
“la strada sotto le mie ruote non aveva più consistenza” e “come se potessi filare fra le fibre dei vestiti” trasmettono una sensazione quasi onirica, dove il confine tra il sé e il mondo si dissolve. Questi brevi versi, di Stefano Federico, accompagnano il lettore in una sorta di danza. La chiusa è un crescendo emotivo che lascia il segno.
Ciao Stefano, vola tra le nuvole e lascia che la tua poesia disegni il sentiero che illumina la nostra. Ogni tua poesia lasciata sulla terra è un battito del tuo cuore che non ha smesso di parlare
Rosa Rampulla



